LA SPERANZA E LA CARITA’

Il quarto presepio è nato dalla fusione di due scenografie ed ha come titolo “LA SPERANZA E LA CARITA’ ” rispettivamente del 2009 e del 2011. E’ bene che i visitatori si soffermino più a lungo per poter gustare tutte le fasi della giornata con le luci ed i rumori che sottolineano il percorso dall’alba alla Notte Santa.

Quest’anno il tradizionale presepio delle Grazie ci invita a riflettere sulla carità. Gli artisti hanno voluto riproporre ai fedeli e ai turisti che davanti ad esso transiteranno, il messaggio perenne della carità cristiana con il collocare, a sinistra di chi osserva la scena della Natività,

I Vangeli di Luca e Matteo collocano la nascita di Gesù in un paesaggio umano e fisico di estrema povertà e di umile nascondimento: la solitudine di una giovane coppia che non trova un alloggio adeguato al parto che sta per compiersi, dopo un lungo quanto pericoloso e disagiato viaggiare; un ricovero per bestie, fortuito e provvidenziale rifugio; un manipolo di pastori notturni, fortunati e memorabili testimoni del sublime evento… Ebbene ogni parola, oggetto, ogni sillaba del racconto natalizio rimanda all’estremo quanto vertiginoso abbassamento del Figlio di Dio che sceglie di nascere, come canta una tradizionale carola italiana “in una grotta al freddo e al gelo”.

Ma quasi ad alleviare tanto disagio, la tradizione cristiana si è inventata, tenera e premurosa, fin dai primi secoli, semplici e popolari gesti di soccorso, di solidarietà,di attenzione,di vigilanza. Insomma: di carità.

La statua di un bambino nel gesto dell’elemosina ad un mendicante Gesto profondamente evangelico, raccomandato nella più antica legislazione vetero-testamentaria (Deuteronomio), ripreso dai profeti (Isaia) e portato ai vertici dei valori umanistici dalla predicazione e dall’esempio di Gesù stesso; “ in verità vi dico: tutto quello che avrete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,40) Il Gesù Bambino che adoriamo nella miseria della mangiatoia sarà lo stesso che nel vangelo di Luca racconterà la bellissima parabola del buon samaritano.

Ed ecco allora, i Vangeli apocrifi, inserire nella scena appartata di Betlemme un asino e un bue, i primi due essere viventi pronti, nel silenzio della notte, ad applaudire il nuovo nato e solleciti a riscaldarlo con il proprio respiro, quasi ad avvolgere la Madre ed il Bambino e metterli al riparo dal mondo; Le levatrici che Giuseppe incontra fuori dalla grotta; e ancora, nei vangeli canonici, i pastori che non possono mancare in ogni presepio, insieme alle loro pecore e con i loro doni; i Magi ed infine la luce tagliente di una stella vagante a picco sulla capanna.

Nella nicchia accanto una ICONA.