AMORE

Il sesto presepio ha come titolo “AMORE” del 2008, e rappresenta uno scorcio della Milano di una volta sotto la neve con il vicolo dei lavandai.

Quest’anno ricorrono due anniversari: i 2000 anni dalla nascita di Paolo di Tarso, l’apostolo delle genti, e i 150 anni dell’apparizione della Madonna di Lourdes. Due eventi che hanno in comune l’Amore.

Paolo, il grande missionario della Chiesa nascente, che “ Sulla via di Damasco aveva sperimentato e compreso che la redenzione e la missione sono opere di Dio e del suo amore”. l’amore per il Cristo lo portò a percorrere le strade dell’impero romano come araldo, apostolo, maestro del Vangelo.
Maria che sotto la Croce, simbolo massimo dell’amore, riceve da suo Figlio la consacrazione a Madre dell’umanità. Ed è appunto l’amore che spinge Maria ad apparire nel lontano 1858 a Bernadette nella grotta di Massabiel.Nella Natività in primo piano si notano la Madonna ed una donna anziana, che si prendono  cura del Neonato, con il cordone ombelicale ancora attaccato, come chiaro riferimento alla umanità del Figlio di Dio, con i candidi lini ben piegati nella cesta.
Ma c’è un telo rosso sangue, preludio del calvario.
Dalle aperture della corte si possono vedere:
- a destra il vicolo Lavandai “el fuset”, detto anche  di “ bugandee”, vocabolo che resterà in uso sino ai primi anni del secolo scorso ed in ruscelletto Rizzolino che percorreva tutto il vicolo riparato dal tettuccio del lavatoio.
I “lavandee” ( all’inizio uomini e solo in seguito donne) per svolgere il lavoro si inginocchiavano su cassette di legno. Ognuna di queste era numerata e veniva appesa ad un chiodo in qualche antro prospiciente il Naviglio. E vi era una particolare attenzione al proprio “brellin” perché conteneva un cuscino, spesso rivestito “ de curamm” (di cuoio) con le impronta delle ginocchia. Come si affittava il brellin, così si prenotava “el torc per la torciada dela bugada”  per strizzare bene i panni prima di appenderli.
Ai lati si possono intravvedere “ … quij ca bass, antigh, desbirolàa...”
- a sinistra la caratteristica “Sciostra” magazzino o negozio. I carbonai che attraccavano in questi depositi i barconi che provenienti dai laghi, erano chiamati “tencitt” perché tinti di sporco dal nero dell’antracite.

In prossimità della Natività si può ammitrare un’edicola che rappresenta una tavola, forse un ex voto datato 1634 con la scritta:W li benefattori di N (ostra) S(ignora) delle Grazie al Naviglio di P(orta) T(icinese) che dalla pianta prospettica della Grande Milano realizzata nel 1629 da Marco antonio Barateri è la più piccola tra le porte della città e da qui forse la “Puerta chica” che pronunciata in spagnolo diventerà per noi “Porta cica”.
Nella parte superiore della tavola è raffigurata una madonna allattante un bambinello con ai lati San Rocco e Giovanni Battista; nella parte inferiore invece vediamo due gentiluomini che sembrano presentare l’arcuato ponticello della Madonnina costruito in legno nel 1531 e poi rifatto in pietra nel 1579 e che è tutt’ora transitabile e visibile per la gioia dei pittori.
La raffigurazione si può ancora ammirare nella chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio.